Il cazzeggio Autumn si sa non ha latitudini, e stavolta parliamo di un uomo, di un cazzaro, di livello internazionale.
In campo è conosciuto per il suo placcaggio a serramanico e perché è solito rispondere ai suggerimenti del mediano d’apertura con un serafico e amichevole “fatti i cassi tuoi”.
Fuori dal campo rivela talento naturale e poliedrico di cazzeggio e una non comune capacità di mettersi nei guai, da cui esce sempre col suo sorriso spavaldo e una luce negli occhi che non rassicura affatto sul funzionamento corretto di tutti i neuroni. I compagni aspettano che arrivi all’allenamento per ascoltare le sue mirabolanti avventure.
Dopo il morso del serpente in Brasile e il pacato chiarimento avuto con dei simpatici avventori di un pub in Sudafrica, con tanto di brindisi finale, ci aspettiamo da un momento all’altro che salga su un tavolino per raccontarci della Palude der Caimano in Rhodesia o del cargo battente bandiera liberiana.
La sua tipica colazione post-sbronza – cappuccino accompagnato da un panino con cotoletta e foglia di lattuga – è ormai su tutti i trattati di nutrizionismo. Come dicevamo, il cazzeggio Autumn non ha latitudini, e da quest’anno, non ha più neanche emisferi.
Il prestigioso titolo di cazzaro dell’anno 2019 vola fino a Johannesburg e va allo Springbok de noantri, Claudio Afrikaner Poggioli.