UN POST PARTITA

I racconti del post partita Autumn hanno sempre rasentato la leggenda. Il mitico terzo tempo è solo l’antipasto, ormai si arriva tranquillamente al IV al V e addirittura al VI tempo: l’evoluzione (e il regresso cerebrale degli Autumn) non ha limiti.

Ma il rapido succedersi del tempo alcoolico non lascia tutti indifferenti. C’è chi come Detto entra in coma etilico ante mortem per qualche ora, per rialzarsi novello Lazzaro, non appena sente tintinnare un bicchiere… C’è il Capitano, che come Alice nel Paese delle Meraviglie, varca lo specchio ed entra in mondo fantastico dove tornano i ricordi di bambino, nato di ben 18 Kg e mezzo, con l’ausilio di un piede di porco e poi svezzato con muss ‘e puorc e aglianico. Ma queste sono altre storie… La storia di oggi vede come protagonista l’unico uomo che non potrà mai essere alticcio: Dodi, che puntualmente alla quinta birra, accompagnata da genziana e grappa, perde l’uso delle consonanti. Prima di questa fase, con le ultime consonanti rimaste, dice di voler chiamare a casa, ma la buona volontà non basta e assistiamo puntualmente a “…aaaaa  oeeeeeiaaaaiiiaa oooaaaeee”

Il pietoso spettacolo generalmente fa breccia nei cuori degli amici e inizia la gara di solidarietà “A Dodi, ma che stai a dì…lassa perde…” perché a quel punto dall’altra parte telefono, il figlio generalmente chiede: “Papà? Sei tu?” e Dodi, perso l’uso della S risponde “…iiiii”. Poi il silenzio, e prima di interrompere la chiamata, il figlio sconsolato esclama: “…aristà alla quinta bira”.

Dodi e il post partita

Anche stavolta, al raggiungimento del tasso alcolemico degno di una distilleria abusiva, il povero Dodi si è sentito in dovere di chiamare casa, ma questa volta i solidali compagni sono intervenuti: ” Fermateee!!! Scegli almeno du’ consonanti e poi chiama, su.”

Lui sceglie la F ed esclama: “Fofo Fofi…” “Chiiii?” “Fofiiii” e per farsi riconoscere esclama: “Faje Fofi effa faffo”. Gli increduli compagni di squadra cercano di rimediare suggerendogli di scegliere un’altra consonante,  ma ancora una volta “Zozo Zozi…”. A quel punto i compagni gettano la spugne e il Capitano, rientrato nel frattempo dallo specchio delle meraviglie, stacca la telefonata e ne dichiara la morte celebrale.