Mi è sempre piaciuto questo gioco.

(anni 70) mi è sempre piaciuto, da quando ero un ragazzino e il lunedì sera, a Telesport, facevano vedere la sintesi della giornata di campionato e immancabilmente mio padre diceva “ecco i matti!”
(anni 80) rinunciavo a tutto per vedere le due o tre partite all’anno che la Rai trasmetteva; i primi nomi che ricordo…Gaetaniello, De Anna, Ghizzoni, Bona…, il mio primo “idolo”: Massimo Mascioletti, che metteva a ferro e fuoco le difese di URSS, Marocco, Romania… mi sarebbe piaciuto giocarci, ma abitavo lontano da tutti i campi di Roma. Provai comunque ad andare al Cus, tre – quattro volte. Quattro ore di mezzi pubblici e scarpinate tra andata e ritorno. Facevo nuoto agonistico, c’erano le prime ragazzette con cui uscire, andavo maluccio a scuola… impossibile continuare.
(anni 90) cercavo riviste, almanacchi, giornali, reti locali venete… feci venire l’antennista a casa perché non prendevo A2, il canale francese che trasmetteva il 5 Nazioni e i test match, quelli con gli All-Blacks, altro mito, all’epoca ancora misterioso.
(il duemila) e arrivò il 6 Nazioni, SkySport, e la scoperta che …”anche tu segui il rugby?” in ufficio, nel quartiere… potevo condividere con altri questa mia passione, parlarne per ore.
Parlarne…, certo che però giocare….è un’altra cosa!!! Mi sentivo quasi non autorizzato a fare commenti, dare giudizi…

STORIA

Settembre 2008. a 42 anni e mezzo, all’improvviso, decido che non posso morire senza aver giocato una partita di rugby. Una sola, da Old, non so dove, con chi, ma una partita di rugby. Sabato pomeriggio: esco da casa, dico a mia moglie che vado a cercarmi uno sport da fare per l’inverno. Uno sport… so io quale, cazzo.
Farò questo giro: Centro Coni, Cus Roma, Capitolina. Arrivo al Giulio Onesti, sul campo 2 decine di ragazzini che giocano e due banchetti. Il primo lo salto, per motivi di allergia a nome e colori di chi lo occupa. Seduta al secondo c’è una signora energica “piacere, Teresa.”
Mi dice che sì, stanno formando una Old della US Primavera, mi dà il numero di telefono di Maurizio Semplice. Lo chiamo, anche lui mi dice che la Old è in costruzione, mi dà a sua volta l’indirizzo e-mail di chi se ne sta occupando. Si chiama Andrea Paris.
Gli scrivo, mi risponde che non fa niente se sono un neofita, di venire il mercoledì, che si comincia.
Vado. Paris non c’è.
C’è Semplice, con altri quattro o cinque ragazzi. Dalla seconda volta arriva Maurizio Serini. Qualche volta c’è Adamo, c’è Patrizio. Una volta viene anche Paris!
Poi, un mercoledì, il diluvio. Quello del Tevere che deve esondare, dei sacchi di sabbia al Villaggio Olimpico…, così ci fanno credere, con Bertolaso di vedetta a Ponte Milvio.
Dal mercoledì successivo siamo io e Maurizio Serini. È metà novembre e fino a metà febbraio siamo noi due, a fare giri di campo, senza pallone, a parlare di rugby, della Roma…
A metà febbraio si aggiunge Ros, e fino a giugno siamo noi tre, con un paio di apparizioni di un amico di Maurizio.
Ci salutiamo, ci diamo appuntamento per metà settembre.
Quando ci risentiamo, Maurizio è dubbioso: siamo troppo pochi, forse non abbiamo spazio sul campo, vuole andare al Villa Old… insisto, passo da Teresa, parlo con D’Ambrosio, il campo c’è, di martedì. Convinco Maurizio a insistere, siamo ancora noi tre.
Passa una settimana, mi chiama il mio ex-vicino di casa, mi dice che c’è un suo collega che viene due giorni a settimana da Padova, gli piace il rugby…vorrebbe allenarsi…
La prima volta che lo sento al telefono io sono su un treno a San Donà di Piave, lui è a Roma. Buffo… Si chiama Paolo, dice che verrà.
E infatti viene, io intuisco la sua delusione: due pippe totali e un ex-rugbysta di 60 anni e passa.. Senza falsa modestia intuisco altre due cose: che è uno “giusto” e che prima o poi avrà a che dire con Maurizio. Spero che sia talmente matto e fissato da continuare a venire. Per fortuna lo è.
Un paio di settimane dopo arriva Francesco Tuccio. Siamo 5, non mi pare vero.
Intanto ho iscritto mia figlia al mini-rugby, dove un sabato arrivano tre ragazzi per far provare i figli. Sento uno che dice “che invidia, sarebbe bello fare come loro…”. Gli dico che se vuole può provare a farlo. È amedeo, e gli altri due sono Andrea Negroni e andrea Franco.
Vengono ad allenarsi, si divertono, gli piace… convinco adamo a tornare, Paolo porta Cesare e Salvo Russo, arriva Andrea Marin, Amedeo porta altri ragazzi.
La pausa natalizia e un paio di impraticabilità di campo non ci disperdono. Allora si può. SI PUO’!!!
A gennaio, col termometro sotto zero, dico “se stasera siamo in 14 mi faccio la doccia col tubo fuori dagli spogliatoi”. Mi salvo, siamo in 13. mi sembra un numero enorme, impensabile solo due mesi prima…

EPILOGO

Sabato 27 maggio 2010, centro Giulio Onesti, campo 1. Pippo fischia l’inizio di Autumn Old Rugby contro Triari. Paolo calcia il pallone. Sento le lacrime agli occhi: ce l’ho fatta, sto giocando a rugby!